Vaclav Klaus: i politici italiani? Coltivano una mentalità distruttiva.
Non siamo certo soltanto noi, o il popolo dei blog confinato in internet, tutti sotto censura per non disturbare il manovratore, a dichiarare nefasta la mostruosa eurocrazia che priva di sovranità le nostre nazioni.
Václav Klaus, presidente della Repubblica Ceca, una settimana fa, sul Sunday Telegraph, ha accusato infatti i i politici “con due facce”, compresi i suoi stessi quadri di partito, di aver aperto le porte ad un superstato Ue cedendo democrazia e sovranità nazionale.
“Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra indipendenza e la nostra sovranità. Questo è impossibile all’interno di una federazione” così come progettata da Germania, Francia, Italia e altri ottopaesi europei che a inizio ottobre hanno chiesto di mettere fine ai veti delle nazioni in materia di politica di difesa e sollecitato la creazione di un supergoverno europeo.
In particolare Václav Klaus si è detto veramente sconcertato dalla sua recente visita di Stato in Italia, dove ha incontrato quella che lui chiama la “mentalità distruttiva” dei politici italiani che stanno usando la crisi della zona euro per rinunciare alla democrazia e per eludere la responsabilità di gestire il loro paese.
“E’ stato davvero molto deprimente per me il modo in cui molti leader politici italiani hanno espresso il parere che è necessario spostare le competenze dall’Italia a Bruxelles per un solo motivo: accettano passivamente di non essere in grado di prendere decisioni razionali da soli”, ha detto. “Adesso possono trovare la scusa o l’alibi che ‘siamo costretti a farlo’. Non l’ho mai sentito dire prima così esplicitamente o direttamente”. “E’ una fuga dalla credibilità e dalla responsabilità. Hanno ceduto il ruolo e l’importanza della democrazia. Questa è la conseguenza finale e davvero tragica.”
Nel suo libro, Europa: la frantumazione delle illusioni, edito in questi giorni anche in lingua inglese, il presidente ceco ipotizza che l’Ue si sia involuta nella forma attuale perché i leader politici hanno trovato conveniente allontanarsi dai loro Stati nazione, dove gli elettori erano in grado di influenzarli e controllarli.
“Le elites politiche hanno sempre saputo che lo spostamento del processo decisionale dal livello nazionale a quello sovranazionale indebolisce i meccanismi democratici tradizionali (inseparabili dall’esistenza dello Stato-nazione), e questo aumenta il loro potere in modo radicale. Questo è il motivo per cui volevano questo cambiamento così fortemente in passato, ed è per questo che lo vogliono oggi”, scrive.
“Gli autori del concetto di integrazione europea hanno mandato in corto circuito la mente delle persone, creando un collegamento tra il nazionalismo di Hitler e lo Stato nazionale tradizionale, mettendo in discussione l’esistenza degli stati nazionali, in generale. Tra i molti errori fatali e le menzogne che hanno sempre sostenuto l’evoluzione dell’Unione europea, questo è uno dei peggiori.”
Un J’accuse non certo “politicamente corretto” per il presidente di uno Stato membro dell’Unione europea...
Václav Klaus, presidente della Repubblica Ceca, una settimana fa, sul Sunday Telegraph, ha accusato infatti i i politici “con due facce”, compresi i suoi stessi quadri di partito, di aver aperto le porte ad un superstato Ue cedendo democrazia e sovranità nazionale.
“Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra indipendenza e la nostra sovranità. Questo è impossibile all’interno di una federazione” così come progettata da Germania, Francia, Italia e altri ottopaesi europei che a inizio ottobre hanno chiesto di mettere fine ai veti delle nazioni in materia di politica di difesa e sollecitato la creazione di un supergoverno europeo.
In particolare Václav Klaus si è detto veramente sconcertato dalla sua recente visita di Stato in Italia, dove ha incontrato quella che lui chiama la “mentalità distruttiva” dei politici italiani che stanno usando la crisi della zona euro per rinunciare alla democrazia e per eludere la responsabilità di gestire il loro paese.
“E’ stato davvero molto deprimente per me il modo in cui molti leader politici italiani hanno espresso il parere che è necessario spostare le competenze dall’Italia a Bruxelles per un solo motivo: accettano passivamente di non essere in grado di prendere decisioni razionali da soli”, ha detto. “Adesso possono trovare la scusa o l’alibi che ‘siamo costretti a farlo’. Non l’ho mai sentito dire prima così esplicitamente o direttamente”. “E’ una fuga dalla credibilità e dalla responsabilità. Hanno ceduto il ruolo e l’importanza della democrazia. Questa è la conseguenza finale e davvero tragica.”
Nel suo libro, Europa: la frantumazione delle illusioni, edito in questi giorni anche in lingua inglese, il presidente ceco ipotizza che l’Ue si sia involuta nella forma attuale perché i leader politici hanno trovato conveniente allontanarsi dai loro Stati nazione, dove gli elettori erano in grado di influenzarli e controllarli.
“Le elites politiche hanno sempre saputo che lo spostamento del processo decisionale dal livello nazionale a quello sovranazionale indebolisce i meccanismi democratici tradizionali (inseparabili dall’esistenza dello Stato-nazione), e questo aumenta il loro potere in modo radicale. Questo è il motivo per cui volevano questo cambiamento così fortemente in passato, ed è per questo che lo vogliono oggi”, scrive.
“Gli autori del concetto di integrazione europea hanno mandato in corto circuito la mente delle persone, creando un collegamento tra il nazionalismo di Hitler e lo Stato nazionale tradizionale, mettendo in discussione l’esistenza degli stati nazionali, in generale. Tra i molti errori fatali e le menzogne che hanno sempre sostenuto l’evoluzione dell’Unione europea, questo è uno dei peggiori.”
Un J’accuse non certo “politicamente corretto” per il presidente di uno Stato membro dell’Unione europea...
Nessun commento:
Posta un commento