Questa volta tocca al sedicente ministro Riccardi (sedicente perchè, in un governo illegittimo, i ministri possono anche auto-considerarsi tali, ma evidentemente in realtà tali non sono) riproporre la solita censura sul web con la vecchia scusa, trita e ritrita, della "lotta al razzismo e alla xenofobia". Déjà vu...
Dal sito http://www.lettera43.it/:
Razzismo, Riccardi: «Norme per il web»
«Oscurare i siti che predicano l'odio».
Il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi ha lanciato battaglia al razzismo online.
Riccardi, che si è «messo al lavoro per metter le mani dentro al web», punta a varare un provvedimento ad hoc contro siti che inneggiano a razzismo, xenofobia e antisemitismo.
L'obiettivo del ministro è quello di istituire pene «più severe ed estese» per i «seminatori di odio via Internet».
Prima di tutto, secondo Riccardi, è importante consegnare alla polizia postale «gli strumenti già usati per combattere altri reati del web», come la possibilità di ricorrere «all'oscuramento dei siti» e di «perseguire i visitatori non occasionali».AL LAVORO CONLA SEVERINO E LA CANCELLIERI. L'annuncio del provvedimento, a cui Riccardi sta lavorando «in sinergia con il ministro della giustizia, Paola Severino, e degli interni, Anna Maria Cancellieri», è arrivato nella serata del 16 luglio, in occasione della prima visita ufficiale alla sinagoga di Roma.
Ad accoglierlo tra gli altri il rabbino capo, Riccardo Di Segni, e il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.«Dopo l'attentato a Tolosa» ha affermato Riccardi, fermandosi con la stampa prima di entrare in sinagoga «credo che abbiamo la responsabilità di intervenire anche sui siti web che incitano al razzismo, all'odio etnico e religioso».«MATERIA SELVAGGIA E NON REGOLAMENTATA». Una materia «selvaggia, non regolamentata e difficile da controllare».
Non si può solo piangere dopo una strage, ha puntualizzato, «e poi dimenticare le lacrime: le lacrime devono diventare un impegno fattivo per lottare contro i seminatori dell'odio».
La predicazione dell'odio e del disprezzo «é gravissima e germina negli animi: noi questo lo dobbiamo impedire e dobbiamo soprattutto impedire che raggiunga le giovani generazioni in un momento di spaesamento e di crisi come questo», ha puntualizzato il ministro.
Il plauso per il provvedimento in cantiere è arrivato da Pacifici, che ha sottolineato come «al centro dell'attenzione non ci sia il problema ebraico ma il problema del rispetto del diverso e degli altri in generale. Su questo vogliamo dare un messaggio forte».
Riccardi, che si è «messo al lavoro per metter le mani dentro al web», punta a varare un provvedimento ad hoc contro siti che inneggiano a razzismo, xenofobia e antisemitismo.
L'obiettivo del ministro è quello di istituire pene «più severe ed estese» per i «seminatori di odio via Internet».
Prima di tutto, secondo Riccardi, è importante consegnare alla polizia postale «gli strumenti già usati per combattere altri reati del web», come la possibilità di ricorrere «all'oscuramento dei siti» e di «perseguire i visitatori non occasionali».AL LAVORO CON
Ad accoglierlo tra gli altri il rabbino capo, Riccardo Di Segni, e il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.«Dopo l'attentato a Tolosa» ha affermato Riccardi, fermandosi con la stampa prima di entrare in sinagoga «credo che abbiamo la responsabilità di intervenire anche sui siti web che incitano al razzismo, all'odio etnico e religioso».«MATERIA SELVAGGIA E NON REGOLAMENTATA». Una materia «selvaggia, non regolamentata e difficile da controllare».
Non si può solo piangere dopo una strage, ha puntualizzato, «e poi dimenticare le lacrime: le lacrime devono diventare un impegno fattivo per lottare contro i seminatori dell'odio».
La predicazione dell'odio e del disprezzo «é gravissima e germina negli animi: noi questo lo dobbiamo impedire e dobbiamo soprattutto impedire che raggiunga le giovani generazioni in un momento di spaesamento e di crisi come questo», ha puntualizzato il ministro.
Il plauso per il provvedimento in cantiere è arrivato da Pacifici, che ha sottolineato come «al centro dell'attenzione non ci sia il problema ebraico ma il problema del rispetto del diverso e degli altri in generale. Su questo vogliamo dare un messaggio forte».
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