Per riflettere.
Dal sito www.ilcenacolodeifilosofi.it:
Le notti diventano bianche tra il sudore provocato da un eccessivo caldo estivo e i brividi interni provocati da un orribile senso di morte. Il senso di un paese che volge inesorabilmente al tramonto.
Il tramonto di un modo di essere, di vivere , di sperare. Forse è meglio non documentarsi più, non seguire le notizie, ma l’angoscia per ciò che ci attende ci impone di aprire i giornali, magari quando ci troviamo al bar per cercare un po’ di ristoro psicofisico in un buon caffè freddo.
Allora cogliamo tra il brusio della gente, voci di lamento, di malessere, di stanchezza. E sfogliando le pagine dei giornali si teme la lettura degli articoli come se avessimo paura di trovare l’annuncio mortuario di persone conosciute e care.
In effetti ogni giorno, assistiamo alla morte della democrazia, alla morte del buon senso, alla morte della ragione. Borsa che sale e scende per le dichiarazioni di qualche gaglioffo venduto al sistema, dove sempre i soliti pochi hanno a guadagnare da questo folle vortice nel quale l’economia sembra essersi ormai cacciata.
Ormai sembra che la concretezza di ogni azienda, la realtà di ogni vita sofferta nel tentativo di alzarsi ogni giorno dal letto per inventarsi qualcosa per campare, debba essere collegata ad qualcosa di inverosimile come lo “Spread”. Una parola che mette paura per il nichilismo, per la follia che si lascia dietro.
Follia di tasse e di prelievi , di salassi effettuati in un corpo sociale calato nel crogiuolo di una sofferenza che da psicologica sta diventando fisica. E tutto ciò alla gloria dei magnati della finanza di tutti quanti hanno giocato una partita così pericolosa. Una partita senza più regole etiche, senza regole di mercato autentiche, senza rispetto per il lavoro vero , quello che produce attraverso il sudore della fronte.
Un pool di signorini dal colletto bianco decide elettronicamente se chi produce tonnellate di arance e pomodori vale o non vale. Lo decidono senza sapere nulla di agricoltura, senza sapere nulla del lavoro con la vanga in mano. Lo decide senza preoccuparsi di mandare al macero vere produzioni e alla fame i lavoratori, in virtù di capitali spostati in attività inesistenti, in giochi speculativi , in giri voluttuari di denari inesistenti.
Che paradosso! Nel mondo più materiale possibile e senza Dio, l’assoluta immaterialità ed inesistenza del denaro elettronico condiziona la materia e la vita in carne ed ossa…
E uccide , uccide la speranza, uccide la capacità di progetto, in un mercato fluttuante che in base alle dichiarazioni estemporanee di un capo di stato decide se delle aziende devono fallire. Questo è un mondo che quanto più si è attaccato alla materia, ad un nichilismo di stampo marxista, tanto più ha creato mondi virtuali che uccidono la verità delle tante persone che soffrono.
Ed è uno spettacolo semplicemente raccapricciante vedere un Premier che corre ad avallare ogni esigenza di un mercato bugiardo , rapinando le nostre case, depauperando i nostri conti correnti, svuotando le nostre vite, strozzando le imprese, al solo scopo di tenere testa ad un mercato della bugia.
Mario Monti sta seguendo la logica illogica e folle del nodo scorsoio, cercando di oliare il cappio che è stato posto attorno al nostro collo prima che egli intervenisse a completare il danno.
In effetti i toni di questo premier sono da marcia funebre, lugubri come lugubre è l’espressione che mostra ogni giorno, quasi a comunicarci che dobbiamo morire tutti. Tanto nel cappio di sicuro egli, Sua Finanza, certo non è compreso con le sue decine di migliaia di euro che ha garantite al mese.
Sua Finanza cerca di convincerci che ce La sta mettendo tutta per salvarci …. Certo… aggiungerei che ci sta salvando da una morte lenta accelerandola con le tasse che ha intenzione di scaricarci sul groppone.
Sua Finanza dovrebbe avere ben presente che il metodo migliore dovrebbe essere quello di tagliare la corda del cappio che abbiamo intorno al collo.
E invece assume più le sembianze di un mortaio che lancia granate sulle nostre povere aziende ormai ridotte in brache di tela.
Per usare una frase del filosofo Heidegger, ormai solo un Dio ci può salvare.
Preghiamolo, che ci liberi dal Monti !!!
Francesco Corsi
lunedì 30 luglio 2012
mercoledì 25 luglio 2012
L'islam e le donne.
Tutti abbiamo letto la notiziola del cameriere del Danieli, ma credo che nessuno di noi vi si sia soffermato. Ida Magli ne trae invece spunto per alcune riflessioni non banali.
Dal sito www.italianiliberi.it:
Di per sé sembra più una notizia «curiosa» che un fatto importante. Un dipendente del famoso albergo Danieli di Venezia, egiziano di religione musulmana, si licenzia per non ricevere ordini da una donna, una governante anch'essa dipendente del Danieli. In seguito, però, non essendo riuscito a trovare un altro lavoro, si ripresenta all'albergo e l'amministrazione lo riassume con un accomodamento: la governante sarà affiancata da un collega di sesso maschile il quale farà da tramite nelle comunicazioni. Il Danieli è un albergo internazionale per definizione, storicamente il più illustre albergo di Venezia, nel quale scendono ospiti provenienti da tutte le parti del mondo, con le loro culture e le loro religioni: il caso viene risolto con rapidità.
Una riflessione però s’impone. L’Europa, l’Italia si avviano ad essere sempre di più affollate da musulmani e la questione dell’uguaglianza maschio-femmina non può essere affidata a soluzioni estemporanee, ma affrontata a livello teorico sia da parte nostra che da parte islamica. Facile a dirsi, sembrerebbe, ma quasi impossibile a realizzarsi. Impossibile perché fino ad oggi nessuno ha voluto soffermarsi a riflettere sulle differenze culturali affidandosi con eccessivo semplicismo all’olio sparso a piene mani del “politicamente corretto”, evitando quello che invece è indispensabile, è giusto fare: sapere davvero, conoscere davvero quanto è scritto nel Corano e quali siano le regole di vita e di mentalità che ne discendono.
Prima di tutto dobbiamo convincerci che i musulmani sono credenti in assoluto e che la loro fede non somiglia neanche lontanamente alla nostra. Il Corano è stato modellato da Maometto sui primi libri dell’Antico Testamento, quindi i più antichi e aderenti al pensiero e ai comportamenti di pastori nomadi del deserto vissuti diverse migliaia di anni prima di Cristo. Sono in gran parte proprio quelli che Gesù ha eliminato: la legge del taglione, il sistema dell’impurità, l’inferiorità delle donne. Nel Corano questi concetti e queste norme sono espresse nella “sura della vacca ” dove si afferma che gli uomini hanno sulle donne un grado di superiorità, che non debbono avvicinarsi alle donne durante il mestruo e altri comandamenti del genere. Tutta una cultura, quindi, è modellata su questi principi tanto che, come ben sappiamo, per non mancare a queste regole il mondo medio orientale, e fino al 1700 anche la Grecia e la Russia, ha stabilito spazi separati (il gineceo)per le donne, un abbigliamento che copre totalmente il corpo e il volto, e soprattutto l’esclusione femminile dalla scuola, dalla vita sociale e dalle istituzioni di potere. Le donne d’Europa non debbono dimenticare poi che, malgrado il Vangelo, la mentalità ebraicizzante dei discepoli di Gesù, a cominciare da quella autoritaria di San Paolo, il contatto con il mondo musulmano dato dai viaggi, dai commerci, dalle crociate, hanno impedito praticamente fino al 1900 una piena parità psicologica e sociale delle donne anche in Occidente. In Italia ai primi del ‘900 quasi tutte le donne erano analfabete: è stato il socialismo a mandarle per legge alle elementari.
Gli italiani hanno fino ad oggi sottovalutato gli effetti di una fede religiosa di tipo antico e che obbedisce perciò alla lettera ai precetti, ai rituali, agli insegnamenti del libro sacro; ma i musulmani che vediamo (cui permettiamo) interrompere il lavoro per pregare ovunque si trovino sono gli stessi musulmani che si ritengono “di un grado superiore alle donne, che non possono avere contatti con le donne mestruate, ecc. ecc.” E’ una convinzione religiosa, ma è simultaneamente una forma mentis , un sistema di pensiero, una struttura giuridica, un carattere psicologico. Nell’immediato futuro in Italia e in Europa il numero dei musulmani crescerà in maniera esponenziale tanto per il continuo sopraggiungere di immigrati quanto per l’altissima natalità di coloro che già vi risiedono. Non sembra che i nostri politici se ne preoccupino: si sono abituati a credere che la “cittadinanza” sia “integrazione”. Ma noi, le donne soprattutto, dobbiamo invece guardare in faccia la realtà perché non sarà necessario che i musulmani abbiano la maggioranza numerica per imporre a tutti la loro fede e i loro comportamenti. Quello che conta è la forza di ciò in cui si crede, la volontà di combattere per affermarlo, cose di cui gli europei, gli italiani non sono più capaci.
Dal sito www.italianiliberi.it:
Una riflessione però s’impone. L’Europa, l’Italia si avviano ad essere sempre di più affollate da musulmani e la questione dell’uguaglianza maschio-femmina non può essere affidata a soluzioni estemporanee, ma affrontata a livello teorico sia da parte nostra che da parte islamica. Facile a dirsi, sembrerebbe, ma quasi impossibile a realizzarsi. Impossibile perché fino ad oggi nessuno ha voluto soffermarsi a riflettere sulle differenze culturali affidandosi con eccessivo semplicismo all’olio sparso a piene mani del “politicamente corretto”, evitando quello che invece è indispensabile, è giusto fare: sapere davvero, conoscere davvero quanto è scritto nel Corano e quali siano le regole di vita e di mentalità che ne discendono.
Prima di tutto dobbiamo convincerci che i musulmani sono credenti in assoluto e che la loro fede non somiglia neanche lontanamente alla nostra. Il Corano è stato modellato da Maometto sui primi libri dell’Antico Testamento, quindi i più antichi e aderenti al pensiero e ai comportamenti di pastori nomadi del deserto vissuti diverse migliaia di anni prima di Cristo. Sono in gran parte proprio quelli che Gesù ha eliminato: la legge del taglione, il sistema dell’impurità, l’inferiorità delle donne. Nel Corano questi concetti e queste norme sono espresse nella “sura della vacca ” dove si afferma che gli uomini hanno sulle donne un grado di superiorità, che non debbono avvicinarsi alle donne durante il mestruo e altri comandamenti del genere. Tutta una cultura, quindi, è modellata su questi principi tanto che, come ben sappiamo, per non mancare a queste regole il mondo medio orientale, e fino al 1700 anche la Grecia e la Russia, ha stabilito spazi separati (il gineceo)per le donne, un abbigliamento che copre totalmente il corpo e il volto, e soprattutto l’esclusione femminile dalla scuola, dalla vita sociale e dalle istituzioni di potere. Le donne d’Europa non debbono dimenticare poi che, malgrado il Vangelo, la mentalità ebraicizzante dei discepoli di Gesù, a cominciare da quella autoritaria di San Paolo, il contatto con il mondo musulmano dato dai viaggi, dai commerci, dalle crociate, hanno impedito praticamente fino al 1900 una piena parità psicologica e sociale delle donne anche in Occidente. In Italia ai primi del ‘900 quasi tutte le donne erano analfabete: è stato il socialismo a mandarle per legge alle elementari.
Gli italiani hanno fino ad oggi sottovalutato gli effetti di una fede religiosa di tipo antico e che obbedisce perciò alla lettera ai precetti, ai rituali, agli insegnamenti del libro sacro; ma i musulmani che vediamo (cui permettiamo) interrompere il lavoro per pregare ovunque si trovino sono gli stessi musulmani che si ritengono “di un grado superiore alle donne, che non possono avere contatti con le donne mestruate, ecc. ecc.” E’ una convinzione religiosa, ma è simultaneamente una forma mentis , un sistema di pensiero, una struttura giuridica, un carattere psicologico. Nell’immediato futuro in Italia e in Europa il numero dei musulmani crescerà in maniera esponenziale tanto per il continuo sopraggiungere di immigrati quanto per l’altissima natalità di coloro che già vi risiedono. Non sembra che i nostri politici se ne preoccupino: si sono abituati a credere che la “cittadinanza” sia “integrazione”. Ma noi, le donne soprattutto, dobbiamo invece guardare in faccia la realtà perché non sarà necessario che i musulmani abbiano la maggioranza numerica per imporre a tutti la loro fede e i loro comportamenti. Quello che conta è la forza di ciò in cui si crede, la volontà di combattere per affermarlo, cose di cui gli europei, gli italiani non sono più capaci.
martedì 24 luglio 2012
Tutto ebbe inizio in questo modo.
La notizia non è recentissima, ma - vista la difficoltà con cui certi argomenti circolano sui nostri "democraticissimi" organi dell'informazione ufficiale - vale la pena di ritornarci, anche per ricordare che, nel 1936, la rivolta dei minatori nelle Asturie fu il prologo alla guerra civile spagnola e che - non dimentichiamo anche questo - fu causata dalle repressioni sanguinose e dalle persecuzioni brutali commesse dai 'republicani' del 'frente popular' dopo che ebbero preso il governo nel 1936.
Dal sito dell'Ansa:
NELLA NOTTE LA MARCIA NERA La notte scorsa , con i caschi bianchi sporchi di carbone e le magliette nere, in segno di lutto, 300 minatori arrivati a piedi a Madrid dal nord della Spagna e sono stati accolti da decine di migliaia di persone. Il loro ingresso nella capitale, guidato dai sindacati maggioritari Comisione Obreras e Unión General de Trabajadores, si é trasformato in un fiume che, dopo aver bloccato il traffico lungo l'autostrada A6, ha attraversato le principali arterie delle città fino alla Puerta del Sol. 'Indignados', organizzazioni politiche e comuni cittadini si sono uniti intorno a quella che nei cori definivano "la vera nazionale" della Spagna, un settore in sciopero indefinito da 45 giorni. Oggi ci sarà spazio per due manifestazioni che porteranno i minatori davanti al centro della loro protesta, il ministero dell'Industria, al quale chiedono che rettifichi il taglio del 63% previsto per gli aiuti al settore. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, presentando oggi in Parlamento le nuove misure di austerità decise dal governo di Madrid, ha annunciato la soppressione della tredicesima per i dipendenti pubblici, oltre all'aumento dell'Iva dal 18 al 21%. Come scrive El Pais online, Rajoy ha prospettato risparmi complessivi per 3,5 miliardi di euro nella spesa pubblica. Oltre alla soppressione della tredicesima, i dipendenti pubblici avranno meno giorni di ferie e verranno ridotti i permessi sindacali. Inoltre diminuirà il numero delle imprese pubbliche ed il numero dei consiglieri locali calerà del 20% circa. Dimnuiranno anche le indennità destinate ai sindaci. Per quanto riguarda l'Iva, il tasso di base rimane al 4%, quello medio passa dall'8 al 10%
Dal sito dell'Ansa:
NELLA NOTTE LA MARCIA NERA La notte scorsa , con i caschi bianchi sporchi di carbone e le magliette nere, in segno di lutto, 300 minatori arrivati a piedi a Madrid dal nord della Spagna e sono stati accolti da decine di migliaia di persone. Il loro ingresso nella capitale, guidato dai sindacati maggioritari Comisione Obreras e Unión General de Trabajadores, si é trasformato in un fiume che, dopo aver bloccato il traffico lungo l'autostrada A6, ha attraversato le principali arterie delle città fino alla Puerta del Sol. 'Indignados', organizzazioni politiche e comuni cittadini si sono uniti intorno a quella che nei cori definivano "la vera nazionale" della Spagna, un settore in sciopero indefinito da 45 giorni. Oggi ci sarà spazio per due manifestazioni che porteranno i minatori davanti al centro della loro protesta, il ministero dell'Industria, al quale chiedono che rettifichi il taglio del 63% previsto per gli aiuti al settore. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, presentando oggi in Parlamento le nuove misure di austerità decise dal governo di Madrid, ha annunciato la soppressione della tredicesima per i dipendenti pubblici, oltre all'aumento dell'Iva dal 18 al 21%. Come scrive El Pais online, Rajoy ha prospettato risparmi complessivi per 3,5 miliardi di euro nella spesa pubblica. Oltre alla soppressione della tredicesima, i dipendenti pubblici avranno meno giorni di ferie e verranno ridotti i permessi sindacali. Inoltre diminuirà il numero delle imprese pubbliche ed il numero dei consiglieri locali calerà del 20% circa. Dimnuiranno anche le indennità destinate ai sindaci. Per quanto riguarda l'Iva, il tasso di base rimane al 4%, quello medio passa dall'8 al 10%
lunedì 23 luglio 2012
Germania: l'inarrestabile polizia del pensiero.
La solita emergenza economica (che ormai, più che emergenza, è la normalità) fa passare sotto silenzio notizie che meriterebbe di essere conosciute meglio.
Dal sito ita.vho.org:
Dal sito ita.vho.org:
Ogni anno, il governo tedesco presenta orgogliosamente i numeri della sua persecuzione contro pacifici dissidenti, accomunati ai criminali violenti quali “nemici della costituzione [tedesca]”.
Non importa che la Germania non l’abbia neanche, una costituzione.
Ieri, il governo tedesco ha diffuso le cifre della persecuzione governativa per l’anno 2011, stampate nel suo Rapporto sulla protezione della Costituzione (Verfassungschutzbericht). Secondo tale rapporto, nel 2011 sono state intraprese 13.865 indagini penali contro individui per aver commesso o “reati di propaganda” (11.401 casi) o per aver detto o scritto cose ritenute capaci di “sobillare il popolo” (2.464 casi, vedi p. 28 del nuovo rapporto). Tutto ciò equivale a una crescita del 1.5% dei casi in questione, rispetto all’anno precedente (un totale di 13.663 casi per il 2010). Tutti questi reati vengono raggruppati sotto la voce “estremismo di destra”.
sabato 21 luglio 2012
Riccardi e quella voglia di censura...
Periodicamente, tornano.
Questa volta tocca al sedicente ministro Riccardi (sedicente perchè, in un governo illegittimo, i ministri possono anche auto-considerarsi tali, ma evidentemente in realtà tali non sono) riproporre la solita censura sul web con la vecchia scusa, trita e ritrita, della "lotta al razzismo e alla xenofobia". Déjà vu...
Dal sito http://www.lettera43.it/:
Questa volta tocca al sedicente ministro Riccardi (sedicente perchè, in un governo illegittimo, i ministri possono anche auto-considerarsi tali, ma evidentemente in realtà tali non sono) riproporre la solita censura sul web con la vecchia scusa, trita e ritrita, della "lotta al razzismo e alla xenofobia". Déjà vu...
Dal sito http://www.lettera43.it/:
Razzismo, Riccardi: «Norme per il web»
«Oscurare i siti che predicano l'odio».
Il ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi ha lanciato battaglia al razzismo online.
Riccardi, che si è «messo al lavoro per metter le mani dentro al web», punta a varare un provvedimento ad hoc contro siti che inneggiano a razzismo, xenofobia e antisemitismo.
L'obiettivo del ministro è quello di istituire pene «più severe ed estese» per i «seminatori di odio via Internet».
Prima di tutto, secondo Riccardi, è importante consegnare alla polizia postale «gli strumenti già usati per combattere altri reati del web», come la possibilità di ricorrere «all'oscuramento dei siti» e di «perseguire i visitatori non occasionali».AL LAVORO CONLA SEVERINO E LA CANCELLIERI. L'annuncio del provvedimento, a cui Riccardi sta lavorando «in sinergia con il ministro della giustizia, Paola Severino, e degli interni, Anna Maria Cancellieri», è arrivato nella serata del 16 luglio, in occasione della prima visita ufficiale alla sinagoga di Roma.
Ad accoglierlo tra gli altri il rabbino capo, Riccardo Di Segni, e il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.«Dopo l'attentato a Tolosa» ha affermato Riccardi, fermandosi con la stampa prima di entrare in sinagoga «credo che abbiamo la responsabilità di intervenire anche sui siti web che incitano al razzismo, all'odio etnico e religioso».«MATERIA SELVAGGIA E NON REGOLAMENTATA». Una materia «selvaggia, non regolamentata e difficile da controllare».
Non si può solo piangere dopo una strage, ha puntualizzato, «e poi dimenticare le lacrime: le lacrime devono diventare un impegno fattivo per lottare contro i seminatori dell'odio».
La predicazione dell'odio e del disprezzo «é gravissima e germina negli animi: noi questo lo dobbiamo impedire e dobbiamo soprattutto impedire che raggiunga le giovani generazioni in un momento di spaesamento e di crisi come questo», ha puntualizzato il ministro.
Il plauso per il provvedimento in cantiere è arrivato da Pacifici, che ha sottolineato come «al centro dell'attenzione non ci sia il problema ebraico ma il problema del rispetto del diverso e degli altri in generale. Su questo vogliamo dare un messaggio forte».
Riccardi, che si è «messo al lavoro per metter le mani dentro al web», punta a varare un provvedimento ad hoc contro siti che inneggiano a razzismo, xenofobia e antisemitismo.
L'obiettivo del ministro è quello di istituire pene «più severe ed estese» per i «seminatori di odio via Internet».
Prima di tutto, secondo Riccardi, è importante consegnare alla polizia postale «gli strumenti già usati per combattere altri reati del web», come la possibilità di ricorrere «all'oscuramento dei siti» e di «perseguire i visitatori non occasionali».AL LAVORO CON
Ad accoglierlo tra gli altri il rabbino capo, Riccardo Di Segni, e il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.«Dopo l'attentato a Tolosa» ha affermato Riccardi, fermandosi con la stampa prima di entrare in sinagoga «credo che abbiamo la responsabilità di intervenire anche sui siti web che incitano al razzismo, all'odio etnico e religioso».«MATERIA SELVAGGIA E NON REGOLAMENTATA». Una materia «selvaggia, non regolamentata e difficile da controllare».
Non si può solo piangere dopo una strage, ha puntualizzato, «e poi dimenticare le lacrime: le lacrime devono diventare un impegno fattivo per lottare contro i seminatori dell'odio».
La predicazione dell'odio e del disprezzo «é gravissima e germina negli animi: noi questo lo dobbiamo impedire e dobbiamo soprattutto impedire che raggiunga le giovani generazioni in un momento di spaesamento e di crisi come questo», ha puntualizzato il ministro.
Il plauso per il provvedimento in cantiere è arrivato da Pacifici, che ha sottolineato come «al centro dell'attenzione non ci sia il problema ebraico ma il problema del rispetto del diverso e degli altri in generale. Su questo vogliamo dare un messaggio forte».
giovedì 19 luglio 2012
Pressione fiscale tra scoop e realtà.
Lo scoop di Confcommercio (dal sito del Corriere della Sera):
Nel 2012 la pressione fiscale effettiva in Italia, cioè quella che mediamente è sopportata da un euro di prodotto legalmente e totalmente dichiarato, è pari al 55%. Lo indica l'Ufficio studi di Confcommercio, precisando che si tratta di un record mondiale, e che la pressione fiscale apparente è al 45,2%. Il valore della pressione fiscale effettiva, precisa Confcommercio, «non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto».
La rettifica, oggi, di Attilio Befera (uno che di tasse se ne intende...): non è vero, spesso si arriva al 70%.
Senza parole.
Nel 2012 la pressione fiscale effettiva in Italia, cioè quella che mediamente è sopportata da un euro di prodotto legalmente e totalmente dichiarato, è pari al 55%. Lo indica l'Ufficio studi di Confcommercio, precisando che si tratta di un record mondiale, e che la pressione fiscale apparente è al 45,2%. Il valore della pressione fiscale effettiva, precisa Confcommercio, «non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto».
La rettifica, oggi, di Attilio Befera (uno che di tasse se ne intende...): non è vero, spesso si arriva al 70%.
Senza parole.
Agnoli sulla Siria.
Alcuni giorni fa mi sono dispiaciuto, sul blog, di avere finora postato troppo pochi articoli di Francesco Mario Agnoli.
Eccone uno, esemplare, sulla vicenda siriana dal sito di Identità Europea:
A volte ritornano. No, non si tratta di Berlusconi. Quanto meno non soltanto di lui, ma di qualcosa di molto peggio. Delle bugie degli americani, che, dopo avere trasformato l'auspicata (da loro) primavera araba siriana in una lunga estate rosso sangue, non riescono a portare a compimento l'opera per l'opposizione di Russia e Cina, che a seguito dell'esperienza libica hanno perfettamente compreso quali siano il vero significato e i reali scopi delle cosiddette missioni umanitarie a protezione dei civili. Per superare l'impasse russo-cinese gli Usa hanno rispolverato il giochetto brillantemente riuscito nel 2003 con l'Iraq. Secondo loro, come già la buonanima di Saddam Hussein anche il siriano Assad si appresterebbe a fare ricorso alle armi di distruzione di massa e starebbe spostando, in modo di averlo pronto all'impiego, sotto il controllo di fedelissimi reparti militari il suo arsenale chimico, di cui farebbero parte il gas mostarda e il sarin, altamente letali.
Eccone uno, esemplare, sulla vicenda siriana dal sito di Identità Europea:
Siria, terra di bugie (occidentali)
A volte ritornano. No, non si tratta di Berlusconi. Quanto meno non soltanto di lui, ma di qualcosa di molto peggio. Delle bugie degli americani, che, dopo avere trasformato l'auspicata (da loro) primavera araba siriana in una lunga estate rosso sangue, non riescono a portare a compimento l'opera per l'opposizione di Russia e Cina, che a seguito dell'esperienza libica hanno perfettamente compreso quali siano il vero significato e i reali scopi delle cosiddette missioni umanitarie a protezione dei civili. Per superare l'impasse russo-cinese gli Usa hanno rispolverato il giochetto brillantemente riuscito nel 2003 con l'Iraq. Secondo loro, come già la buonanima di Saddam Hussein anche il siriano Assad si appresterebbe a fare ricorso alle armi di distruzione di massa e starebbe spostando, in modo di averlo pronto all'impiego, sotto il controllo di fedelissimi reparti militari il suo arsenale chimico, di cui farebbero parte il gas mostarda e il sarin, altamente letali.
Peccato che quella del 2003, come si scoprì poco dopo, ma comunque troppo tardi, fosse una menzogna colossale, che costò l'onorabilità e la carriera a Colin Powell, spedito con tanto di documenti falsi o insignificanti a garantire al Consiglio di sicurezza dell'Onu la veridicità della panzana, e soprattutto, al popolo iracheno sofferenze inaudite e centinaia di migliaia di morti.
Ammaestrati dall'accaduto, questa volta gli americani hanno mandato avanti in prima battuta un alto funzionario israeliano (a quanto pare anonimo, il che è comprensibile, dato che le figuracce alla Powell bruciano), che ha fatto la sconvolgente rivelazione a un giornalista del “Guardian”, e in seconda un certo Qassim Saadaldin, portavoce dei ribelli siriani, che a spacciare menzogne non ci fanno caso, abituati come sono a vederle accolte come indiscutibili verità di Vangelo dai mass-media del mondo occidentale.
Non voglio essere frainteso e non intendo venire meno all'onestà che i lettori della Voce (per il vero di qualunque giornale) hanno diritto di attendersi da chi, per quanto modesto sia il suo ruolo, si rivolge a loro. Non sono un esperto di vicende medio-orientali in genere e siriane in particolare. Se sono convinto che la massima parte delle notizie provenienti dai ribelli e dai loro protettori e manutengoli occidentali sono false è perché sono in radicale contrasto, come ho già avuto occasione di scrivere a inizio giugno su questo giornale, citando nomi e riportando dichiarazioni, con quanto riferito da religiosi cristiani che si trovano sul posto e dei quali mi fido molto di più che dei ribelli e degli alti funzionari israeliani. Oltre tutto non hanno ragione di mentire.
In realtà, pur dubitandone, non posso nemmeno escludere che Assad l'arsenale chimico lo possegga davvero e (anche se non ci credo, perché non ne trarrebbe alcun vantaggio, anzi farebbe un favore ai suoi nemici) sia pronto ad usarlo. Ciò che indigna è che, dopo quanto è accaduto con le armi di distruzione di massa irachene, la gran parte dei mass-media occidentali (e, per quanto direttamente ci riguarda, italiani) non si mostri nemmeno sfiorata dal dubbio che chi ha clamorosamente mentito una volta sia pronto a rifarlo. Al contrario, in alcuni casi la falsa accusa americana del 2003 viene addirittura utilizzata per dare forza a quella attuale. Trascrivo testualmente l'apertura della notizia su un quotidiano nazionale: “Come sull'Iraq del 2003 anche sulla Siria si allunga l'ombra delle armi chimiche”. Punto. In tutto l'articolo nemmeno una parola per ricordare che nel 2003 l'unica ombra che si allargò sull'Iraq, purtroppo più distruttiva e sanguinosa delle armi chimiche, fu quella delle menzogne americane.
domenica 15 luglio 2012
Se Moody's attacca.
Semplice, sintetica ed ineccepibile analisi dell'ultima mossa di Moody's.
Dal sito noreporter.org, di Emanuele Luciani:
Bene le aste BTP !
Il Tesoro colloca il massimo previsto, 3.5 bio eur sul BTP 4.5 2015 e, come amano enfatizzare gli anglosassoni quando leggono i risultati delle aste, a rendimenti più bassi della volta precedente.
Il segnale è quanto mai benvenuto, nella mattinata ovviamente i timori che la mossa di Moody's avrebbe potuto creare maggiori scompigli.
Ovviamente non tutto è finito, ma dopo la buona asta Bot di ieri anche oggi una notizia positiva lato offerta titoli (e accesso ai mercati).
Rimangono i timori legati alla composizione dei portafogli investimento, che potrebbero subire cambiamenti per effetto del downgrade. In tal caso assisteremo a massicce vendite di titoli italiani, con perdita di valore e conseguente minor affidabilità sui mercati finanziari. Della serie: un cane che si morde la coda.
E' chiaro l'obiettivo perseguito dalle lobby finanziarie: portare l’Italia sull’orlo del baratro finanziario e accettare la liquidità del fondo-salvastati; fondo che è utile ricordare va ad alimentare le casse delle banche e non direttamente le economie nazionali.
Infine, da evidenziare la singolarità delle motivazioni che hanno portato la Moody’s a questa decisione: instabilità politica, opacità nelle riforme e pericolo di contagio da aree ancora non-normalizzate (Grecia e Spagna).
Vogliamo aprire un tavolo di discussione a tal proposito? E’ indiscutibile la pretestuosità di tali motivazioni.
Soltanto, sono ridicole le prese di posizioni (più o meno marcate, non si sa mai!) di alcuni esponenti di questo esecutivo. Fino a quando banche d’investimento e società di rating “gireranno” indisturbati per i corridoi del Ministero Economia e Finanze, con contratti di consulenza e/o operativi, avremo un allevamento di serpi in seno.
Buon fine settimana.
Dal sito noreporter.org, di Emanuele Luciani:
Bene le aste BTP !
Il Tesoro colloca il massimo previsto, 3.5 bio eur sul BTP 4.5 2015 e, come amano enfatizzare gli anglosassoni quando leggono i risultati delle aste, a rendimenti più bassi della volta precedente.
Il segnale è quanto mai benvenuto, nella mattinata ovviamente i timori che la mossa di Moody's avrebbe potuto creare maggiori scompigli.
Ovviamente non tutto è finito, ma dopo la buona asta Bot di ieri anche oggi una notizia positiva lato offerta titoli (e accesso ai mercati).
Rimangono i timori legati alla composizione dei portafogli investimento, che potrebbero subire cambiamenti per effetto del downgrade. In tal caso assisteremo a massicce vendite di titoli italiani, con perdita di valore e conseguente minor affidabilità sui mercati finanziari. Della serie: un cane che si morde la coda.
E' chiaro l'obiettivo perseguito dalle lobby finanziarie: portare l’Italia sull’orlo del baratro finanziario e accettare la liquidità del fondo-salvastati; fondo che è utile ricordare va ad alimentare le casse delle banche e non direttamente le economie nazionali.
Infine, da evidenziare la singolarità delle motivazioni che hanno portato la Moody’s a questa decisione: instabilità politica, opacità nelle riforme e pericolo di contagio da aree ancora non-normalizzate (Grecia e Spagna).
Vogliamo aprire un tavolo di discussione a tal proposito? E’ indiscutibile la pretestuosità di tali motivazioni.
Soltanto, sono ridicole le prese di posizioni (più o meno marcate, non si sa mai!) di alcuni esponenti di questo esecutivo. Fino a quando banche d’investimento e società di rating “gireranno” indisturbati per i corridoi del Ministero Economia e Finanze, con contratti di consulenza e/o operativi, avremo un allevamento di serpi in seno.
Buon fine settimana.
sabato 7 luglio 2012
Il bosone di Higgs e i trituramenti.
Da qualche giorno, con 'sta storia del bosone, ce le stanno triturando mica male.
Così, sul sito del Corriere della Sera, commenta il mio concittadino Giovanni Reale (che è uno dei massimi protagonisti del dibattito filosofico contemporaneo europeo, ma che, non essendo comunista, è sconosciuto al grande pubblico):
Ciò che ho letto sui giornali in questi giorni mi ha lasciato, a dir poco, stupefatto. E non per l'evento comunicato, ossia la presunta scoperta di quella che si chiama «la Particella di Dio», ma per il modo in cui la notizia è stata comunicata e diffusa.
Si ha l'impressione che non pochi scienziati e gran parte degli uomini comuni siano rimasti inchiodati all'idea ottocentesca e del primo Novecento, secondo cui la scienza raggiunge verità ultimative e incontrovertibili. Ma l'epistemologia ha dimostrato il contrario, ossia che ciò che la scienza dice si colloca all'interno di «paradigmi», tutti quanti controvertibili con le conseguenze che questo comporta. Non poche volte alcune affermazioni della scienza, nell'evoluzione delle conoscenza, si sono capovolte nel loro contrario.
Popper ha dimostrato in modo preciso che ogni teoria scientifica è tale solo se — e nella misura in cui — risulta «falsificabile», ossia controvertibile. Una verità presentata come infalsificabile sarebbe, per definizione, non scientifica.
Se non si tiene ben presente questo, si trasforma la scienza in «scientismo», ossia se ne fa un idolo considerandola fonte di ipotesi, ossia di affermazioni modificabili, ma di verità assolute.
Molte dottrine cosmologiche sono, in realtà, forme di metafisica, trasfigurate e rivestite di simboli assai allettanti ma in realtà assai fragili.
L'antico problema da cui è nata la metafisica è proprio quello cui si connette la nuova «scoperta»: perché c'è l'essere e non il nulla. Ma questo problema non può essere affrontato da alcuna delle scienze particolari in quanto trascende i loro ambiti, e richiede ben altri strumenti per essere impostato e discusso, e in qualche modo risolto, o anche lasciato in sospeso.
La stessa espressione «Particella di Dio» rivela una tracotanza che alcuni scienziati hanno espresso senza mezzi termini, ossia la convinzione di essere, in qualche modo, mediante i nuovi strumenti di conoscenza, essi stessi Dio.
Mi viene in mente, a questo proposito, un'idea assai significativa, che mi pare di aver letto in Goethe: la verità, soprattutto se si tratta di una verità suprema, ha questo di caratteristico, di essere più grande di qualsiasi pensiero e di qualunque parola di uomo.
Così, sul sito del Corriere della Sera, commenta il mio concittadino Giovanni Reale (che è uno dei massimi protagonisti del dibattito filosofico contemporaneo europeo, ma che, non essendo comunista, è sconosciuto al grande pubblico):
Ma le verità della scienza sono provvisorie
Ciò che ho letto sui giornali in questi giorni mi ha lasciato, a dir poco, stupefatto. E non per l'evento comunicato, ossia la presunta scoperta di quella che si chiama «la Particella di Dio», ma per il modo in cui la notizia è stata comunicata e diffusa.
Si ha l'impressione che non pochi scienziati e gran parte degli uomini comuni siano rimasti inchiodati all'idea ottocentesca e del primo Novecento, secondo cui la scienza raggiunge verità ultimative e incontrovertibili. Ma l'epistemologia ha dimostrato il contrario, ossia che ciò che la scienza dice si colloca all'interno di «paradigmi», tutti quanti controvertibili con le conseguenze che questo comporta. Non poche volte alcune affermazioni della scienza, nell'evoluzione delle conoscenza, si sono capovolte nel loro contrario.
Popper ha dimostrato in modo preciso che ogni teoria scientifica è tale solo se — e nella misura in cui — risulta «falsificabile», ossia controvertibile. Una verità presentata come infalsificabile sarebbe, per definizione, non scientifica.
Se non si tiene ben presente questo, si trasforma la scienza in «scientismo», ossia se ne fa un idolo considerandola fonte di ipotesi, ossia di affermazioni modificabili, ma di verità assolute.
Molte dottrine cosmologiche sono, in realtà, forme di metafisica, trasfigurate e rivestite di simboli assai allettanti ma in realtà assai fragili.
L'antico problema da cui è nata la metafisica è proprio quello cui si connette la nuova «scoperta»: perché c'è l'essere e non il nulla. Ma questo problema non può essere affrontato da alcuna delle scienze particolari in quanto trascende i loro ambiti, e richiede ben altri strumenti per essere impostato e discusso, e in qualche modo risolto, o anche lasciato in sospeso.
La stessa espressione «Particella di Dio» rivela una tracotanza che alcuni scienziati hanno espresso senza mezzi termini, ossia la convinzione di essere, in qualche modo, mediante i nuovi strumenti di conoscenza, essi stessi Dio.
Mi viene in mente, a questo proposito, un'idea assai significativa, che mi pare di aver letto in Goethe: la verità, soprattutto se si tratta di una verità suprema, ha questo di caratteristico, di essere più grande di qualsiasi pensiero e di qualunque parola di uomo.
Prima condanna in Ungheria per negazione della Shoa.
Nel 2010 anche l'Ungheria, come molti altri Paesi europei e non europei, si è dotata di una legge che punisce il revisionismo storico.
Queste leggi liberticide, su cui ci siamo già soffermati ampiamente, sono fondate sul concetto di "psico-reato" (cioè è già reato il pensiero in sè, anche se non seguito da alcuna azione) e rappresentano una delle pagine più squallide e bestiali della cultura giuridica della nostra epoca.
Credo che sia utile sapere che a giugno di quest'anno la legge ungherese ha trovato la prima applicazione: György N. è stato condannato a un anno e mezzo di carcere per aver, durante una manifestazione, tenuto in aria un messaggio in ebraico dove era scritta questa frase: “L’Olocausto non ha avuto luogo”.
Queste leggi liberticide, su cui ci siamo già soffermati ampiamente, sono fondate sul concetto di "psico-reato" (cioè è già reato il pensiero in sè, anche se non seguito da alcuna azione) e rappresentano una delle pagine più squallide e bestiali della cultura giuridica della nostra epoca.
Credo che sia utile sapere che a giugno di quest'anno la legge ungherese ha trovato la prima applicazione: György N. è stato condannato a un anno e mezzo di carcere per aver, durante una manifestazione, tenuto in aria un messaggio in ebraico dove era scritta questa frase: “L’Olocausto non ha avuto luogo”.
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