venerdì 21 giugno 2013

Il Grande Fratello avanza.

Le tecniche di controllo sui cittadini sono sempre più diffuse e capillari.
Questa nuova notizia arriva dalla Spagna.
Di Marta Serafini, dal sito www.noreporter.org:

Un Trojan di Stato. Perfettamente legale e da installare sui computer, gli smartphone e i tablet di chi è sospettato. La proposta arriva dalla Spagna e, se passerà, permetterà - previa riforma del codice penale - alle autorità di spiare tutti i supporti elettronici di una persona sotto indagine o in custodia cautelare. Il tutto senza che il diretto interessato ne sia, ovviamente, a conoscenza.
A lanciare l'idea è stata una commissione del ministero della Giustizia spagnolo seguendo l'esempio tedesco. In Germania tuttavia i trojan vengono usati solo in caso di indagini per terrorismo e ciò che fa più discutere - anche alla luce delle rivelazioni su Prism e sull'amministrazione Obama - è sull'uso indiscriminato che si può fare di questo nuovo tipo di intercettazioni. Sia quel che sia il Guardasigilli Alberto Ruiz Gallardón non ha ancora deciso. Una volta installato il trojan infatti - come spiega El Pais, le possibilità per la polizia sono praticamente infinite. «In questo modo si può accedere anche alle password di tutti i profili e alle coordinate bancarie dell'utente», spiega un docente di legge spagnolo. Stessa cosa anche per Skype e per i servizi di posta elettronica. Ma non solo. Una volta ottenuto il permesso del giudice per installare il programma viene automaticamente esteso a tutti gli apparati elettronici, compresi smartphone, tablet e pennette Usb. E i provider sono obbligati a cooperare con le autorità.
Secondo chi ha proposto la legge, questo sistema sarebbe utilissimo per combattere pornografia, crimine organizzato e terrorismo. Ma in Spagna si è già aperto un dibattito sui confini di operazioni di questo tipo. Tra le domande più ricorrenti, quella sull'appalto della produzione dei trojan. «Chi dovrà elaborarlo avrà grandi guadagni e potere», sostiene qualcuno. «E le caratteristiche saranno chiare?», chiede qualcun altro. In attesa di capirlo, ciò che è certo è che anche in Europa si sta ponendo il problema dei controlli (e delle intercettazioni) su web. Oltre alla Germania, un disegno di legge simile è stato formulato nei Paesi Bassi, dove si ipotizzava addirittura la distruzione dei dati (presumibilmente illegali) trovati sui computer analizzati. In Germania, invece, il governo e la polizia federale hanno ammesso di monitorare Skype, Google Mail, MSN Hotmail, Yahoo Mail e la chat Facebook qualora si ritenesse necessario. Come dire, insomma, che il trojan di Stato sta diventando sempre più potente.

sabato 15 giugno 2013

Reato di revisionismo storico. Nomi e cognomi di chi lo vuole.

Si moltiplicano i commenti sull'agghiacciante ddl Amati che, sulla falsariga di precedenti ddl non andati in porto, si prefigge l'introduzione del reato di revisionismo storico.
Tra l'altro, ha fatto scalpore la notizia che tra i firmatari c'è il grillino Crimi: ma come, proprio loro che propugnano la libertà del web...
Credo che, come già in altre occasioni, sia utile non limitarsi al "sentito dire" ma andare a leggere gli esatti nomi dei firmatari. E una lettura interessante, al termine un paio di commenti.


Atto Senato n. 54

XVII Legislatura

Modifica all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale

Iter

15 marzo 2013:  da assegnare
Successione delle letture parlamentari
S.54da assegnare 15 marzo 2013

Iniziativa Parlamentare

Cofirmatari
Lucio Malan (PdL)
Valeria Fedeli (PD) (aggiunge firma in data 23 aprile 2013)
Alberto Airola (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Elisabetta Alberti Casellati (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Fabiola Anitori (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Lorenzo Battista (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Alessandra Bencini (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Ornella Bertorotta (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Laura Bignami (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Rosetta Enza Blundo (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Fabrizio Bocchino (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Anna Cinzia Bonfrisco (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Daniele Gaetano Borioli (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Laura Bottici (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maurizio Buccarella (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Elisa Bulgarelli (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Francesco Campanella (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Rosaria Capacchione (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Enrico Cappelletti (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Monica Casaletto (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Felice Casson (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Gianluca Castaldi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Nunzia Catalfo (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Remigio Ceroni (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Vannino Chiti (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Lello Ciampolillo (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Andrea Cioffi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Monica Cirinna’ (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Luigi Compagna (GAL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Roberto Cotti (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Vito Claudio Crimi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giuseppe Luigi Salvatore Cucca (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Erica D’Adda (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Loredana De Petris (Misto, Sinistra Ecologia e Libertà) (firma in data 23 maggio 2013)
Cristina De Pietro (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Paola De Pin (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Aldo Di Biagio (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Rosa Maria Di Giorgi (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Daniela Donno (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giovanni Endrizzi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giuseppe Esposito (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Stefano Esposito (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Camilla Fabbri (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Elena Fattori (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Nicoletta Favero (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Anna Finocchiaro (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Federico Fornaro (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Serenella Fucksia (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Luigi Gaetti (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Paolo Galimberti (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Grazia Gatti (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Antonio Gentile (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Rita Ghedini (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Stefania Giannini (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Mario Michele Giarrusso (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Gianni Pietro Girotto (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Manuela Granaiola (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Linda Lanzillotta (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Barbara Lezzi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Sergio Lo Giudice (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Stefano Lucidi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Patrizia Manassero (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Bruno Mancuso (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giovanna Mangili (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Alessandro Maran (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Salvatore Margiotta (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Luigi Marino (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Carlo Martelli (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Bruno Marton (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Donella Mattesini (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Paola Merloni (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Alfredo Messina (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Claudio Micheloni (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Marco Minniti (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Francesco Molinari (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Michela Montevecchi (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Vilma Moronese (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Nicola Morra (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Mussini (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Paola Nugnes (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Luis Alberto Orellana (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giorgio Pagliari (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Sara Paglini (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Carlo Pegorer (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Bartolomeo Pepe (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Vito Rosario Petrocelli (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Stefania Pezzopane (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Roberta Pinotti (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Sergio Puglia (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Laura Puppato (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Manuela Repetti (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Rizzotti (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maurizio Romani (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Lucio Romano (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Gianluca Rossi (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maurizio Santangelo (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Renato Schifani (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Salvatore Sciascia (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Marco Scibona (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Manuela Serra (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Ivana Simeoni (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Maria Spilabotte (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Gianluca Susta (SCpI) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Lucio Rosario Filippo Tarquinio (PdL) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Paola Taverna (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Stefano Vaccari (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Giuseppe Vacciano (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Daniela Valentini (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Luigi Zanda (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Adele Gambaro (M5S) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)
Leana Pignedoli (PD) (aggiunge firma in data 23 maggio 2013)

Il primo commento è che Crimi non è il solo grillino firmatario: ce n'è un'altra cinquantina. Dunque il partito di proprietà di Grillo e Casaleggio si riconoscene totalmente nel ddl. Bene, adesso lo sappiamo e non possiamo più fare finta di credere che questi qui lottino per la libertà!! Evidentemente lottano per qualcos'altro.
Il secondo commento è che la presenza di firmatari del PdL non è trascurabile: Lucio Malan, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Anna Cinzia Bonfrisco, Remigio Ceroni, Giuseppe Esposito, Paolo Galimberti, Antonio Gentile, Bruno Mancuso, Alfredo Messina, Manuela Repetti, Maria Rizzotti, Renato Schifani, Salvatore Sciascia, Lucio Rosario Filippo Tarquinio. 
Poichè so per certo che tra frequentatori del blog c'è qualche elettore del PdL, avrò cura, nei mesi a venire, di ricordare ripetutamente questi nomi, affinchè non accada che, alla prossima tornata elettorale, possano venire votati per sbaglio.   

sabato 8 giugno 2013

Come i servizi segreti usano i media.

Ancora a proposito di formazione e manipolazione dell'opinione pubblica, propongo la recensione di un libro da conoscere.
Dal sito www.ilfarosulmondo.it:

“Come i servizi segreti usano i media”, un libro che svela e istruisce

di Federico Cenci
Più che un saggio, un manuale di educazione alla lettura delle notizie. O meglio, una guida per far sopravvivere residue doti di discernimento nella odierna “società dell’informazione”. Così si presenta una delle ultime fatiche dello storico e saggista Aldo Giannuli, “Come i servizi segreti usano i media” (Ponte alle Grazie, 2012). Lo stesso autore, nell’introduzione al libro, spiega: «Il punto è che le trasformazioni nel mondo dell’informazione (e, di conseguenza, tutte le trasformazioni sociali) sono diventate frenetiche e si succedono con una velocità assai superiore alla nostra capacità di metabolizzazione». «Ne deriva – prosegue – un grande bisogno di sistemizzare i dati che man mano ci arrivano. Molto più che nel passato abbiamo bisogno di teoria e di metodo per restare a galla in questa alluvione informativa».
E dove attingere se non nell’alveo dei servizi segreti, ossia laddove l’informazione è usata come un efficace strumento di “soft power” (1), questa capacità di “filtrare” le notizie da cui siamo costantemente sommersi? Del resto, «quello del rapporto fra mezzi di informazione e servizi di informazione è un angolo visuale privilegiato, che attraversa i più diversi campi, dalla cultura alla politica, dall’economia alla scienza, dalla società alla finanza».
Il testo, dotato di una chiarezza tale da renderlo comprensibile anche ai meno avvezzi alla materia, si struttura in tre parti. Nella prima l’autore descrive dettagliatamente il profilo del mondo dell’informazione, fornendo al lettore i rudimenti necessari per inoltrarsi nell’argomento, capirne le sfumature e comprendere come si formano le notizie. Viepiù interessante, al termine di questa premessa, è la descrizione dei metodi che i servizi segreti utilizzano per penetrare nel tessuto mediatico e far passare i propri messaggi, sovente grazie a tecniche di manipolazione molto sofisticate e ben oliate. Un canale adeguato in tal senso passa per la collaborazione con giornalisti fidati, basata su interessi reciproci.
Nella seconda parte i ruoli si invertono, l’autore propone al lettore un’immagine poco considerata dell’agente dei servizi segreti, non più quella di produttore occulto, bensì quella di consumatore dell’informazione. Qui viene analizzata l’importanza che ricopre per un servizio segreto, al fine di compiere abilmente la sua delicata funzione, la capacità di navigare nel maremagnum delle notizie. L’Osint (letteralmente Open Source Intelligence, studio delle fonti aperte) è una disciplina dell’Intelligence preposta esclusivamente a questo ruolo, divenuto fondamentale dagli anni Novanta, periodo che segna l’esplosione di internet. Il membro dell’Osint studia le notizie, le interpreta e fornisce elementi precipui al suo collega che dovrà occuparsi – a sua volta – di produrre, manipolare, mettere in circolo altre notizie. Se si conosce l’esistenza dell’Osint e come esso lavora, si possono intravedere, in filigrana del bailamme mediatico, le intricate partite a scacchi che giocano tra loro i servizi segreti. Giannuli ne passa in rassegna qualcuna particolarmente appassionante.
Acquisite dunque le nozioni essenziali, la terza parte è completamente dedicata all’esposizione pratica. L’autore qui rievoca alcuni noti fatti di cronaca, di interesse politico strategico, mettendone a nudo i dietro le quinte, gli aspetti nascosti in superficie. E, mediante gli strumenti propri dei servizi segreti precedentemente illustrati, dimostra come sia possibile scovarli. I temi che affronta Giannuli hanno catalizzato il dibattito pubblico internazionale. Le accuse di violenza sessuale nei confronti di Dominique Strauss-Kahn, ex presidente del Fondo monetario internazionale: indagini serie o complotto che cela intrighi finanziari? E ancora: l’uccisione di Osama Bin Laden. Tanti, troppi aspetti oscuri contornano la morte del ricercato numero uno degli Stati Uniti per non porsi interrogativi circa la versione ufficiale.
Gli interrogativi, appunto. Essi costituiscono oggi gli anticorpi necessari per chiunque abbia intenzione di conoscere il mondo oltre la coltre, spesso fuorviante, alzata dai mezzi di informazione di massa. Il libro di Giannuli può rappresentare un utile strumento per farli affiorare, questi quanto mai rari e preziosi interrogativi.
(1) «Soft power è un termine utilizzato nella teoria delle relazioni internazionali per descrivere l’abilità di un corpo politico di persuadere, convincere ed attrarre altri tramite risorse intangibili quali cultura, valori e istituzioni della politica». Cfr. Soft Power, cap. I, p. 9

sabato 1 giugno 2013

I governanti ci vogliono uccidere.

Bella intervista ad Ida Magli.
Analisi lucidissima ed incontestabile.
Dal sito www.mxpress.eu:

La denuncia di Ida Magli: “I governanti ci vogliono uccidere” 

di Marco Calafiore


Minimalista, depressa, costantemente sull’orlo del baratro. E’ questa l’Italia che vuole l’Europa? O è la conseguenza di errori politici? Ne discutiamo con Ida Magli, antropologa e saggista italiana. Nel suo lavoro ha applicato il metodo antropologico alla cultura occidentale, pubblicando i risultati delle ricerche in numerosi saggi dedicati al cristianesimo, alla condizione delle donne, agli strumenti della comunicazione di massa. Ida Magli, nel 1997, con il suo saggio “Contro l’Europa”, ha previsto ciò che oggi sta accadendo in Europa, in Italia.
Dal 1997 lei afferma che l’Europa, questa Europa, è dannosa per l’Italia. Come spiega l’europeismo italiano a tutti i costi?
Sono i governanti, i politici, i sindacalisti, più qualcuno dei grandi industriali per ovvi motivi di allargamento del mercato, ad aver imposto l’europeismo italiano a tutti i costi. Lei fa bene a sottolineare che è ‘italiano’: in tutti gli altri paesi, sebbene i governanti spingano verso l’unificazione europea, non c’è l’assolutezza che c’è in Italia, naturalmente anche a causa dell’obbedienza dei mezzi d’informazione nel tenere il più possibile all’oscuro i cittadini sugli scopi dell’Europa e sui suoi aspetti negativi, un’obbedienza quasi incredibile. Faccio un solo esempio: tanto Mario Monti quanto Emma Bonino sono stati compartecipi del più grosso scandalo avvenuto in seno al governo europeo (La Commissione Santer: Commissione Europea in carica dal 1995 al 1999, quando è stata costretta alle dimissioni perché travolta da uno scandalo di corruzione – ndr) e costretti alle dimissioni con due anni di anticipo dalla scadenza del mandato per motivazioni ignobili quali nepotismo, contratti illeciti, enorme buco di bilancio, come recitala Gazzettaufficiale dell’UE. Ma nessun giornalista lo dice mai e nessuno l’ha mai sottolineato, neanche quando Mario Monti è stato capo del governo e oggi in cui Emma Bonino è ministro degli esteri nel governo Letta.”
Quali sono gli interessi in gioco?
“I motivi di esclusivo interesse per i governanti sono molti, ma mi fermo a illustrarne soltanto due. Il primo è di carattere politico: distruggere gli Stati nazionali e per mezzo dell’unificazione europea, distruggere i popoli d’Europa, ossia i ‘bianchi’, facilitando l’invasione degli africani e dei musulmani per giungere a un governo ‘americano mondiale’. Naturalmente per la grande maggioranza degli italiani, quella comunista, l’universalizzazione era già presente negli ideali marxisti ed è persistita, malgrado le traversie della storia, fino ad oggi in cui vede finalmente realizzati i propri scopi nel governo Letta. Si spiega soltanto così la lentezza e la tortuosità che sono state necessarie per giungere al governo Letta: era indispensabile creare le condizioni che giustificassero il vero governo ‘europeo’, abilitato a distruggere l’Italia consegnandola all’Europa. Il secondo motivo è esclusivamente d’interesse personale: si sono costruiti, spremendo e schiacciando il corpo dei sudditi, un grande ‘Impero’ finto, di carta, che non conta nulla e non deve contare nulla in base ai motivi che ho già esposto, ma che per i politici dei singoli Stati è ricchissimo. Ricchissimo di onori, di benemerenze, di poltrone, di soldi. Governare oltre cinquecento milioni di persone, con tanto di ambasciate aperte in tutte le parti del mondo, fa perdere la testa a questi politici che vengono dal nulla e che non sono nulla e che, quando manca una poltrona in patria, la trovano in Europa per se stessi, parenti, amici, amanti, con un giro immenso di possibilità e libero da ogni controllo. Non c’è praticamente nessuno dei politici oggi sulla scena che non sia stato parlamentare europeo: Napolitano, Bonino, Monti, Prodi, Letta, Rodotà, Bersani, Cofferati e tanti altri ancora, con un ricchissimo stipendio e benefici neppure immaginabili  per i comuni lavoratori. Essere parlamentare europeo significa anche impiegare il poco tempo passato a Bruxelles a tessere i legami e scambiare i favori utili per la futura carriera in patria, godendo anche alla fine di questi ben cinque anni di dura fatica, di una cosa strabiliante: la pensione per tutta la vita.”
In un suo recente intervento ha affermato che non c’è nessuna luce al termine del tunnel della crisi. Il tunnel è dunque la realtà alla quale dobbiamo abituarci?
“Sì, il tunnel è la realtà. Non dobbiamo abituarci, però, anzi: dobbiamo guardarla in faccia come realtà. Niente di ciò che dicono i politici prospettando un futuro miglioramento nel campo economico è vero e realizzabile, perché non possiamo fabbricare la moneta, come fa ogni Stato sovrano (Come fanno in questi giorni il Giappone e l’America per esempio – ndr). Una moneta uguale fra paesi diversi è una tale aberrazione che non è possibile credere a un errore compiuto dai tanti esperti banchieri ed economisti che l’hanno creato, fra i nostri Ciampi e Prodi. E’ stato fatto volutamente per giungere a una distruzione.”
Per distruggere cosa?
L’introduzione dell’euro ha sferrato il colpo di grazia all’economia degli Stati. Se viceversa si fosse trattato davvero di un errore, allora perché, invece di metterli alla gogna, continuiamo a farci governare da quegli stessi banchieri ed economisti che non sopportano la minima critica all’euro? Dunque la situazione economica continuerà ad essere gravissima e il solerte Distruttore si prepara a consegnarci all’Europa sostenendo che mai e poi mai potremo mancare agli impegni presi e che per far funzionare l’euro bisogna unificarsi sempre di più. Questa è la meta cui si vuole giungere. Visto che la moneta unica non funziona, perché sono diverse le produzioni dei singoli Stati, cambieranno forse queste produzioni unificando le banche e le strutture economiche? Bisogna farsi prendere per imbecilli non reagendo a simili affermazioni. L’unica possibilità che abbiamo per salvarci è che sorga qualcuno in grado di organizzare una forza contraria. Io non lo vedo, ma lo spero. Lo spero perché l’importante è aver capito, sapere quale sia la verità, guardare in faccia il nostro nemico sapendo che è ‘il nemico’.”
In Italia, come in altri paesi colpiti da questo nuovo assetto di mercato che tanti chiamano crisi economica, spesso il suicidio è visto come una soluzione. Come si spiega antropologicamente che è meglio morire invece di ribellarsi?
“La spiegazione si trova in quello che ho detto: i governanti ci vogliono uccidere, lavorano esclusivamente a questo scopo, obbligandoci a fornire loro le armi per eliminarci il più in fretta possibile. Questo è il ‘modello culturale’ in cui viviamo. In base alla corrispondenza e l’interazione fra modello culturale e personalità individuale, chi più chi meno, tutti gli italiani percepiscono il messaggio di condanna a morte che i governanti hanno stabilito per noi in ogni decisione che prendono, in ogni discorso che fanno, in ogni persona che scelgono, in ognuno dei decreti, delle leggi che emanano e delle tasse che impongono. E tuttavia non se ne può parlare: la condanna a morte è chiara ma implicita, sottintesa, segreta, nascosta perché ovviamente l’assassinio individuale così come il genocidio di un popolo, è un delitto e non si può accusarne il governo, il parlamento, i partiti: nessuno. E’ questo il motivo per il quale ci si uccide: l’impossibilità a parlarne, a dirlo chiaramente perfino a se stessi, a fare qualsiasi cosa per evitarlo e ad accusare il proprio ‘padre’. Neanche Shakespeare sarebbe stato in grado di descrivere la tragedia che stiamo vivendo, per la quale stiamo morendo. Qualcuno riesce forse a rendersi conto di che cosa significhi eliminare volontariamente i ‘bianchi’, la civiltà europea, invece che tentare di allontanare il più possibile questa fine, di imprimere nella storia lo sforzo per la salvezza? Qualcuno riesce a concepire un delitto più nefando di questo: che si siano assunti il compito di agevolare  questa morte soprattutto gli italiani, i governanti italiani, quando viceversa avrebbero dovuto essere loro a impedirlo, a voler conservare il più possibile l’immensa Bellezza che gli italiani hanno donato al mondo?