venerdì 23 dicembre 2011

Il dito e la luna, di nuovo.

E' dal giorno della strage di Firenze che sto cercando, "disperatamente", di rintracciare un commento adeguato all'accaduto. Cioè, un commento che non risolva questa vicenda (e tutte le altre: Oslo, Liegi, e gli innumerevoli episodi di violenza tra gruppi etnici di cui i media non parlano ma che nelle statistiche assumono dimensioni impressionanti) in termini di "pazzia" o sostenendo che queste cose accadono "senza motivo".
Ho cercato, perché avrei voluto proporla ai frequentatori del blog, un'analisi che si sforzasse di spiegare le cause di questi fenomeni ma finora non ne ho trovate.
I motivi che scatenano queste violenze non interessano?
Tutt'al più, si parla genericamente di "razzismo", e così ancora una volta si confondono le cause con gli effetti, poiché il razzismo (dell'europeo contro l'extracomunitario, del nero contro il bianco, ecc.) può essere, sì, il sentimento che accomuna molti autori di stragi, ma questo sentimento è la manifestazione del conflitto tra i gruppi etnici, non certo la causa: il razzismo ha radici ed origini, non vive di vita propria! (Per la verità in questi giorni vi è stato anche chi ha tentato di affermare che il razzismo, in quanto avversione per il diverso e l'estraneo, è il tratto paranoico tipico del popolo di "destra", e quindi non avrebbe una sua motivazione ma sarebbe connaturale all'essere di "destra". Chi ha scritto questa mostruosità è nientemeno che un intellettuale raffinato come Costanzo Preve, e questo dimostra come vi siano momenti in cui è facile perdere la lucidità…).  
Ora, trovo sul sito di Arianna Editrice un articolo di un autore acuto quale è Giacomo Gabellini ("La congiura dei pazzi"), che, finalmente, contiene considerazioni interessanti e di cui consiglio la lettura per due ragioni.
In primo luogo perché - Deo gratias! - finalmente c'è uno che irride alla teoria del "pazzo solitario" definendola "semplicistica e autoconsolatoria".
In secondo luogo, perché la disamina di Gabellini offre un importante spunto di riflessione. Infatti, Gabellini, dopo avere accantonato la teoria della pazzia, propende anche ad escludere un'interpretazione dei fatti che li veda come conseguenza della "crisi economica e sociale che sta devastando l'Europa", ed evidenzia come gli stessi potrebbero rientrare "in una specifica e ben definita strategia politica". E, dopo lunga e dettagliata analisi, conclude: "Va pertanto annoverata la possibilità che esista una regia, ovvero che la drammatica catena di attentati in Norvegia, Italia e Belgio rientri in un disegno strategico funzionale al conseguimento di obiettivi precisi, che nel caso specifico riguarderebbe l’innalzamento della tensione tra immigrati e popolazione autoctona.".
Ora, lo spunto di riflessione è il seguente: ma perché Gabellini considera la "crisi economica e sociale che sta devastando l'Europa" come qualcosa di estraneo al "disegno strategico" che egli ritiene di poter intravedere? Perché la crisi economica e sociale sarebbe lo scenario, l'ambiente "neutro" in cui si svolge la scena e non sarebbe essa stessa il primo, basilare tassello del "disegno strategico"? Vorrei richiamare quanto scrivevo sul blog nel post del 14 dicembre: mi sembra ancora validissimo.
Mi piacerebbe conoscere altre opinioni in merito.   
    

6 commenti:

  1. La lettura del saggio di Naomi Kein, Shock Economy, mi ha fornito chiavi di interpretazione del ciò che accade molto più plausibili e coerenti di teorie economiche tanto spocchiose quanto imbelli.
    E plausibilità e coerenza, in mancanza di inconfutabili verità, sono un buon surrogato.
    Con questa premessa, non posso che dirmi d'accordo sulla convinzione che il vero "disegno strategico" è quello che ha provocato la crisi economica e sociale che si è abbattuta sull'Occidente e in particolare sull'Europa. Ritengo che quello che è stato fatto alla Grecia, e stanno facendo a noi, replica misure delittuose già applicate con devastante successo su tutto il pianeta da quarant'anni a questa parte. Un disegno strategico che sostanzialmente mira a trasferire sempre più ricchezza e potere nella mano di pochi: qualcuno mi spieghi, altrimenti, come mai la quota di ricchezza nel mondo posseduta dal 20% della popolazione più ricca è passata dal 30% del 1960 all’82% del 2010 (cfr Romano Prodi, “Il mondo che verrà”, LA7).
    Non saprei dire se all’interno di questo disegno strategico trovino uno spazio pilotato anche fatti apparentemente deliranti come gli ultimi di Norvegia, Belgio e Italia ( e anche - perché no? – altri legati al terrorismo di ogni matrice). Ma pilotati o no, a me appare evidente che le condizioni odierne ne siano un potente “attrattore”, così come mi pare evidente che tali fatti, pilotati o no, siano comunque perfettamente funzionali al disegno, come lo è qualunque evento che destabilizzi ulteriormente le nostre ormai poche certezze.

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  2. Anch'io ho notato una grande povertà di contenuti nei commenti, anche provenienti da personaggi di spessore (Eco, Cardini). La tua analisi mi sembra valida, mi pare verosimile che stiamo assistendo a fatti che sono il prodotto di un degrado dell'economia e della convivenza. Mi pare anche verosimile che molti disastri sociali siano provocati dall'immigrazione di massa (come dici tu: la tensione tra i gruppi etnici) e anche che questa immigrazione sia ben gradita e pilotata da qualcuno. Da tempo esistono convincenti spiegazioni del fatto che l'immigrazione non è affatto un fenomeno casuale e spontaneo. Faccio invece un po' fatica a capire, anche dopo aver letto il commento di Mauro Poggi, a capire come possa essere voluta la crisi economica e come possa qualcuno averla desiderata.

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  3. @ Giuseppe
    Ti rimando alla lettura di "Shock Economy", che illustra la dottrina secondo la quale a un individuo o a una popolazione sotto shock è più facile imporre misure devastanti, in modo tale da trasformare ciò che sarebbe "politicamente impossibile" in "politicamente inevitabile". In questo senso le crisi - per i fondamentalisti alla Friedman - "sono un'opportunità" (ricordate i due imprenditori che si stropicciavano le mani la notte del terremoto all'aquila?), e da lì a concludere che se non arrivano tanto vale provocarle il passo è breve (colpi di stato, crisi finanziarie).
    La posta in gioco è quella che ho indicato: trasferire sempre più ricchezza e potere nella mano di pochi, contando sul fatto che una popolazione spaventata e destabilizzata non è in grado di reagire perché non è più in grado di capire qual è il suo reale interesse. In questo modo diventa possibile cedere a prezzi di liquidazione la ricchezza reale di un paese, la democrazia - in nome dell'emergenza - diventa sempre più una formalità e la rappresentatività un concetto obsoleto (vedi alle voci Europa, Tecnocrati).
    Quanto è successo in America Latina, in Russia, in Polonia ecc negli anni passati insegna. Non so se quello a cui stiamo assistendo oggi è lo stesso film, ma gli somiglia maledettamente.
    Ripeto però che questa è solo una delle tante descrizioni possibili della realtà odierna. Che sia quella vera, non saprei dire; ma a mia avviso fornisce una chiave di lettura molto più plausibile e coerente di tante altre, e in mancanza di alternative più convincenti per il momento la faccio mia.

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  4. In attesa di poter fare una sintesi dei contributi pervenuti e di quelli che più di un amico mi ha inviato via mail, vorrei - intanto - segnalare che un politologo serio come Marco Tarchi divulga un commento, su cui si definisce "del tutto d'accordo", che (a parte i riferimenti ad un certo "ambiente") ritorna sulla teoria del "pazzo". A questo punto, incomicio a chiedermi se questi intellettuali (che pure stimo!) siano attrezzati per capire il nuovo mondo che sta nascendo, o se non siano rimasti ancorati ad un mondo che non c'è più...
    Ecco il commento su cui Tarchi è "del tutto d'accordo":

    Massima solidarietà, ovviamente, a Cardini. D'accordo anche sul profilo patologico della personalità di Casseri. E però... La follia del tizio è simile, sia pure in forma estrema, a quella di molti altri che, anni fa,
    conoscemmo nell' "ambiente". Ognuno conserva nella mente, a tal proposito, il suo bestiario personale. E poi: è da condannare il tentativo di criminalizzare Casa Pound (che forse è la cosa migliore dell'attuale destra
    radicale, anche se la conosco poco) ma non sarebbe male che i militanti di quell'area si interrogassero su un certo bric-à-brac ideologico che ancora custodiscono. Certo, il culto degli ufo e altre fantasie le ha aggiunte il Casseri, ma la base complottista, esoterica etc. non se l'è inventata lui.
    Il pazzo pistoiese non è del tutto un "estraneo", tanto è vero che un suo libro ospita la prefazione di uno dei più noti intellettuali dell'"ambiente". Il quale, ovviamente, non ha nessuna responsabilità. Resta il fatto che su un certo genere di follia e su come prevenirla un po' di cose ci sarebbero da dire.

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  5. Mi accorgo che per errore ho risposto a Giuseppe con il mio pseudonimo, Achabmp, che era la prima alternativa proposta dal sistema.
    Scusatemi.

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  6. Ringrazio chi ha inviato i suoi commenti e gli amici - più numerosi - che mi hanno risposto via mail. Provo a trarre qualche rapidissima conclusione. Facendo i conti, le opzioni più gettonate sono state le seguenti, che elenco senza potermi dilungare nelle motivazioni che ne sono state date:
    1. La teoria del pazzo non convince. Certamente gli autori di fatti come quelli di Oslo, di Liegi, di Firenze erano degli squinternati, ma questa sola circostanza non spiega tutto.
    2. Idem per il riferimento al "razzismo", che nulla dice se non si cerca di capire perchè mai il razzismo esiste, e si sviluppa proprio nella nostra epoca.
    3. Sicuramente ci stiamo avviando verso un mondo sempre più precario e degradato, in tutti i sensi, e l'esistenza di conflitti, anche violenti, all'interno della/e società ne è una manifestazione.
    4. Questo degrado non è casuale, bensì pilotato, e quindi è possibile che i fenomeni di violenza siano previsti da chi l'ha voluto: forse non solo previsti ma anche graditi poichè una società povera, debole e disgregata è ben più controllabile di una compatta e solidale tra le sue varie componenti.
    Vedo che i frequentatori del blog condividono le mie idee, e constato (e non è la prima volta!) che più d'uno sa esporre ed argomentare le sue tesi assai meglio di quanto abbia saputo fare io. Pochi ma buoni...

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