venerdì 16 dicembre 2011

Libia: la democrazia in vendita alla pompa del carburante.

Neocolonialismo senza decenza.
Dal sito globalist.it:

La Libia Liberata puzza sempre più di petrolio occidentale. Come aveva rivelato Globalist, era stata l'Italia a fare il colpo più appariscente con l’ex “executive manager” dell’Eni, Abdulrahman Ben Yezza, nominato ministro nel ruolo chiave di titolare del Petrolio. In realtà, nella singolare disattenzione della stampa internazionale, il colpo gobbo negli interessi petroliferi è targato British Petroleum e Total francese. Riconoscimento dovuto ai veri promotori dell'intervento armato occidentale contro la Libia di Gheddafi? 
Certo è che Abdurrahim El-Keib è considerato nel mondo un “Big Oil-Goon”. Traduzione letterale impossibile con quel “Goon” che varia da gorilla a sicario.
Abdurrahim El-Keib, neo primo ministro ad interim della Libia è un ex professore di ingegneria all'università dell'Alabama. Un esule filo occidentale dal regime di Gheddafi con forti vincoli di studi e di amicizia nel settore energetico. Ha lasciato gli Stati Uniti nel 2005, scelto, non a caso, per presiedere l'Istituto per il petrolio (Eau) di Abu Dhabi. sponsorizzato appunto da British Petroleum (Bp), Shell, la francese Total, la compagnia petrolifera giapponese per lo sviluppo e la Abu Dhabi National Oil Company. El-Keib, nel suo profilo del Petroleum Institute viene citato per le sue ricerche finanziate da varie agenzie governative statunitensi e dipartimenti nel corso degli anni.

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