mercoledì 4 settembre 2013

La crocifissione della Siria.

Qualsiasi analista politico o stratega militare sa spiegare che l'attacco alla Siria sarebbe un gravissimo errore.
Data questa evidenza, mi ero convito che gli USA avessero desistito.
Pare invece che - obnubilati da sindrome di onnipotenza (ricordiamo che, nella loro teo-politica, Obama & C. si sentono VERAMENTE gli "unti del Signore") - o troppo pressati dai produttori di missili ansiosi di smaltire i magazzini pieni di roba scaduta - l'attacco ci sarà.
In attesa del primo missile, due commenti dalla trincea:


Omelia di Mons. Jean-Clement Jeanbart, prelato greco-cattolico di Aleppo (25/8/2013)
"Mi fa male il cuore nel vedere :
1 - il fuoco della guerra consumare il nostro paese attraverso morte e distruzione.
2 - sugli schermi televisivi, altri innocenti massacrati dai barbari.
3 - il numero dei nostri martiri crescere ogni giorno.
4 - l'ipocrisia dei paesi che pensavamo essere " civilizzati " che, mentre lamentano l'ingiustizia e la morte dei siriani, allo stesso tempo sostengono i ribelli, fornendo loro armi e denaro.
5 - l'indifferenza dei capi di Stati che pretendono anche di essere i difensori dei diritti umani, sostenitori del dialogo, della riconciliazione e della pace.
6 - l'evidenziarsi dei veri obiettivi del conflitto nella ricerca di interessi economici e politici che sono stati camuffati da "parole d'ordine della democrazia" e che in realtà sono costati più di 100.000 vite .
Nonostante tutti questi problemi, la nostra fede nell'avvento del nuovo giorno, pieno di speranza, non si dissolve. Non disperiamo, perché il fine della nostra vita è il regno di Dio e non la morte sulla terra .
Ma il mio cuore anche si allieta nel vedere che:
1 - i nostri cittadini resistono e sopportano la morte dei loro cari, la fame e la perdita dei loro beni. Essi credono fermamente che non durerà. I cristiani sono attaccati alla vita e continuano a superare tutti gli ostacoli.
2 - Il futuro promette una nuova pagina e la fine del conflitto con il fallimento della congiura internazionale, della disinformazione e delle bugie , attraverso la resistenza e la "consapevolezza" del popolo e alla fedeltà dell'esercito .
3 - la maggioranza dei siriani ha dimostrato al mondo la sua lealtà verso la patria, rifiutandosi di lasciare il suo paese.
Tuttavia, coloro che bussano alle porte dei consolati e delle ambasciate dei paesi occidentali rischiano di essere delusi perché pensano che il cielo è lì , ma è solo un miraggio.
(Tradotto e riassunto da Claude Zerez) http://www.fcsartheorient.com/Dernieres-nouvelles
http://oraprosiria.blogspot.it/2013/09/aleppo-questa-lettera-sara-un-annuncio.html

Gregorio III: l’attacco Usa è un atto criminale
L'attacco pianificato dagli Stati Uniti è un atto criminale, che mieterà altre vittime, oltre alle migliaia di questi due anni di guerra. Ciò farà crollare la fiducia del mondo arabo verso il mondo occidentale". È quanto afferma ad AsiaNews Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. L'appello giunge a poche ore dalle voci di un attacco imminente degli Stati Uniti contro Damasco. L'operazione è appoggiata da altri Paesi: Francia, Gran Bretagna, Turchia e Lega Araba. (…)
Gregorio III si domanda: "Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?". "Ogni giorno - spiega - in Siria entrano estremisti islamici provenienti da tutto il mondo con l'unico intento di uccidere e nessun Paese ha fatto nulla per fermarli, anzi gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ancora più armi". Il prelato sottolinea che l'attacco pianificato dagli Usa colpirà soprattutto la popolazione siriana e non è meno grave dell'uso di armi chimiche.
Secondo il Patriarca, i Paesi occidentali continuano a sostenere un'opposizione che non esiste, che non ha alcuna autorità sul campo. "I lavori per la conferenza di Ginevra 2 - sottolinea - sono fermi. La parola dialogo è ormai dimenticata. Per mesi i Paesi occidentali hanno perso tempo a discutere, mentre la gente moriva sotto le bombe di Assad e per gli attacchi degli estremisti islamici di al-Qaeda".
Gregorio III avverte che una eventuale vittoria degli islamisti darà vita a un Paese diviso in piccole enclavi, confinando i cristiani in un ghetto. "La nostra comunità si riduce ogni giorno. I giovani fuggono, le famiglie abbandonano le loro case e i loro villaggi".
Per il prelato "la scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, ma per tutta l'Europa". "La nostra presenza - afferma - è la condizione essenziale per avere un islam moderato, che esiste grazie ai cristiani. Se noi andiamo via, non potrà esservi in Siria alcuna democrazia. Tale tesi è sostenuta anche dagli stessi musulmani, che temono la follia islamista. In molti affermano che non si può vivere dove non vi sono i cristiani".
http://www.asianews.it/notizie-it/Gregorio-III:-La-democrazia-si-costruisce-con-la-pace.-L%E2%80%99attacco-Usa-%C3%A8-un-atto-criminale-28855.html

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