lunedì 10 dicembre 2012

L'ira funesta degli amici del maggiordomo.

Ora è la volta del sig. Bagnasco Angelo, sedicente cardinale, a vomitare rabbia per lo sgambetto al maggiordomo.
Da sempre esplicitamente in primissima linea, insieme ad un altro sedicente cardinale (il sig. Ratzinger Giuseppe), in difesa dei poteri bancari, il tuttologo della Cei non esita a spiegarci che cosa è bene per noi. Perchè lui ha le idee chiare, molto chiare.
Dal sito www.rainews24.rai.it:

"Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Lo afferma in una intervista al Corriere della Sera il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, esprimendo la sua preoccupazione "più grande" per "la tenuta del nostro Paese e la coesione sociale" e sottolineando che "cio' che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia", confermando l'incapacità che i partiti hanno avuto "per troppo tempo di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia".
 Ora, aggiunge il presule, "il vento gelido dell'antipolitica, comunque si esprima, non va sottovalutato". Un anno fa, spiega l'arcivescovo di Genova, "il problema era mettere in sicurezza l'Italia in una crisi di sistema a lungo sottovalutata e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive.
 Il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose". E oggi, che bisogna "continuare a concentrarsi sui problemi prioritari dell'economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla lotta alla corruzione", "sarebbe un errore non avvalersi di chi, come il premier, ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese". La scelta delle dimissioni, per il presidente dei vescovi italiani, "era una decisione forse inevitabile. Piuttosto di galleggiare è meglio un atto coraggioso".
Quanto è avvenuto, ragiona il cardinale Bagnasco, è la dimostrazione che la crisi non è solo economica e sociale ma anche "culturale e morale": "Per troppo tempi i partiti non sono stati in grado di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia".
La decisione di Monti di dimettersi? "Nello specifico - osserva Bagnasco -, piuttosto che galleggiare è meglio un atto coraggioso. Era una decisione, forse, inevitabile" ma "i grandi sacrifici che sono stati richiesti hanno il diritto di vedere frutti concreti oltre ad avere permesso di non cadere nel baratro del fallimento del sistema-Paese.
Inoltre è saggio tenere in seria considerazione l'autorevolezza che l'Italia ha acquisito in campo europeo e internazionale". Ma, avverte Bagnasco, "sarebbe un errore in futuro non avvalersi di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro paese in ambito europeo e internazionale evitando di scivolare in situazioni irreparabili".

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