sabato 10 marzo 2012

Giulio Sapelli e l'inverno di Monti.

Ideologicamente, mi sento abissalmente lontano da un autore come Giulio Sapelli (un fautore della sovranità del mercato... Dio ce ne scampi!!).
Gli riconosco però un'autonomia di pensiero ed una non comune capacità di mettere a fuoco i temi infischiandosene del politically correct - certamente non condivise dalle tante mummie della cultura ortodossa di casa nostra - che, se non altro, me lo rendono simpatico!
E bisogna riconoscergli, ultimamente, una serie di interventi ed articoli sulla situazione italiana spesso condivisibili. 
Segnalo che proviene proprio da lui un pamphlet durissimo, appena pubblicato, sul governo Monti: "L'inverno di Monti. Il bisogno della politica", ed. Guerini e Associati.
In attesa avere il tempo di leggere il libro e riferirne sul blog, posto l'articolo pubblicitario dello stesso, un articolo in cui si leggono affermazioni sorprendenti persino per uno che canta fuori dal coro come Sapelli!

Sapelli leva la sua voce di raffinato intellettuale, rifiuta la pacificazione forzata dettata dal­l'emergenza e attacca il governo Monti-Napolitano.

«Tutto è instabile, tutto rischia di rovinarci addosso. E proprio in questa situazione il Presidente della Repubblica Italiana pensa di sortire da essa con una sorta di imitazione delle dittature romane che abbiamo studiato perché amavamo e amiamo i classici [...]. La prassi con cui si è proceduto alla nomina di Mario Monti prima senatore a vita, poi Primo Ministro, ricorda l'essenza del processo di nomina del dictator romano».
Napolitano?
Ha nominato "un dittatore", umiliando il parla­mento, la politica e la democrazia italiana.
Il Professor Monti?
Guarda ai soggetti umani come cavie da labora­torio, su cui applicare le sue ricette.
I provvedimenti del governo?
La crudeltà istituzionale, come via di risanamento. Un insuccesso annunciato, con il solo ri­sultato di un aumento della sofferenza e della di­sperazione delle persone.
La ricetta da applicare?
Il contrario di quella attuale: una politica più for­te e un maggiore intervento statale. Nazionalizzare le banche e il patrimonio delle Fondazioni Bancarie. E finanziare la ripresa di un'economia mista, dove lo Stato conti di più e non di meno. È questa l'unica soluzione realistica.

1 commento:

  1. Non conosco Giulio Sapelli, ma stando alle affermazioni mi sembra tutto fuorché un fautore della sovranità di mercato! E' anche vero che dopo i disastri di ispirazione teutonico-liberista molti fra gli economisti che seguo stanno abbandonando il credo neo-liberista e riscoprono Keynes...
    Ho dato un'occhiata ai titoli dei suoi saggi, mi sembrano tutti di grande attualità e interesse, non mancherò di leggerne qualcuno.
    La ringrazio della segnalazione

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