venerdì 9 settembre 2011

Asilo per bambini senza sesso.

Dal sito http://www.ilsussidiario.net/:

Si chiama Egalia (uguaglianza), l'asilo svedese dove i bambini non possono essere né maschi né femmine. Nell'asilo è vietato a maestri e inservienti di rivolgersi ai piccoli usando il pronome lui o lei. Ovviamente divieto assoluto per grembiuli rosa o azzurri mentre i giochi sono di tutti i tipi: bambole, trenini, piccole cucine. Chi ha visitato l'asilo fa anche notare che le bambole sono tutte rigorosamente di colore, cioè nere. Ma soprattutto fa scalpore che i bambini vengano chiamati e definiti con il pronome neutro svedese "hen" (che è inesistente nel vocabolario svedese ma è stato inventato dalle femministe e dai circoli omosessuali) in modo che i piccoli crescano senza quelli che gli educatori definiscono pregiudizi sessuali: non devono cioè sapere se sono maschi o femmine, ma semplicemente bambini neutri. Nonostante la particolarità, la lista d'attesa per far entrare i propri figli a Egalia è lunghissima. L'asilo in realtà è molto piccolo, dispone di soli 33 posti. Si trova nel distretto di Sodermalm, una piccola isola molto popolata a sud di Stoccolma. Da quando è stato aperto, circa un anno fa, un solo bambino è stato ritirato. E' un progetto pedagogico ben preciso quello che viene offerto: lotta alla discriminazione sessuale. Ecco uno die punti forti del programma: «La società si aspetta che le bambine siano femminili, dolci e carine e che i bambini siano rudi, forti e impavidi. Egalia dà invece a tutti la meravigliosa opportunità di essere quel che vogliono». Ci sono anche libri dai testi appositi, come quello che racconta dell'amore tra due giraffe maschio. Vietati classici come Cenerentola e Biancaneve: troppo maschilisti.

L'incapacità di troppi europei di reagire agli imperativi del "pensiero unico" è sconcertante.

2 commenti:

  1. No, il neutralismo delirante degli asilisti di Egalia non è pensiero unico. O perlomeno, non ancora...

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  2. Uno dei punti che connotano la cultura dominante è l'idea che il "genere" non sia un dato di natura ma una scelta culturale (con possibilità quindi anche di non scegliere, oppure di scegliere un genere di pura invenzione non esistente in natura, ecc.). Mi sembra che l'asilo di Egalia attui quest'idea, ma naturalmente sono possibili letture diverse!

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